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Per quale motivo il libero Comune di Gubbio ha affidato la costruzione del nuovo centro, quello che poi risulterà tra i complessi architettonici più rappresentativi e caratterizzanti del XIV secolo, ad Angelo da Orvieto? Nel cercare di dare risposta a questo interrogativo attraverso indagini comparative tra le opere dell'architetto orvietano con quelle di altri artefici del suo tempo, con l'intento di rintracciare elementi caratterizzanti che lo potessero distinguere, l'autore perviene ad un esito inaspettato. In varie componenti di Palazzo Vecchio, del Duomo di Orvieto, del Palazzo dei Priori di Città di Castello e del Palazzo dei Consoli di Gubbio, opera di Angelo da Orvieto, le simmetrie e le asimmetrie si alternano in un gioco fantastico, dove le une si trasformano nelle altre a seconda del livello di lettura, testimoniando così la genialità di Angelo nell'interpretare la cultura artistica del suo tempo, quell'equilibrio derivante dal mondo classico tipologicamente e formalmente ridefinito in forme gotiche.